
Cinque minuti dopo lo scoccare della mezzanotte ho realizzato una differenza sostanziale rispetto agli altri anni a Capodanno: sono in pensione. È venuta così: festeggiavo, brindavo e ad alcuni è venuta in mente l’idea di affrontare il tema. Il tempo di ascoltare due pensieri e mi si è palesata la mia nuova condizione sociale. Così, all’improvviso? Non è venuta per caso. Non ci avevi mai pensato, direte voi? Ora, c’è un trucco, il trucco più banale che possa esistere. Per me non cambierà nulla, continuerò a fare quello che facevo prima e ad essere come sempre padrone di ciò che voglio mi accada. Ma indubbiamente due riflessioni mi sono scappate: stiamo parlando del tempo in cui il rischio è perdere la padronanza della propria vita. Ricordo la quasi depressione che colse mio padre per i primi sei mesi della pensione, un misto di sensazioni, di inutilità e tramonto, che poi per fortuna trasformò in grande potenziale di rinnovata opportunità di vita. Se questa è la tradizione di famiglia, mi vorrei evitare, quando succederà, la fase della depressione. In questo senso ho deciso di cominciare a prepararmi, si sa mai che dia di matto e non lo faccia sul serio di fare il pensionato quanto prima. Ed allora ho coniato un piccolo decalogo, dieci fogli bianchi sui quali comincerò a tracciare percorsi, per non essere impreparato quando servirà. Del tipo? Del tipo:
1) Attrezzarsi per tempo, alimentando una rete di interessi;
2) Fermi in questa riflessione: quando una persona smette di sognare e perde il suo buonumore è già vecchia, indipendentemente dagli anni che ha. La pensione non spenga i sogni che dovranno continuare a popolare i nostri sonni ed i nostri risvegli, all’interno di quella rete di interessi che abbiamo definito per tempo;
3) Un Must: la noia è figlia del rimpianto per il passato, la vita felice è la giornata che stiamo vivendo con piena consapevolezza;
4) La pianificazione della pensione: se siete di coppia, va fatta con il partner, se la pensione non sarà contemporanea, è giusto pianificare i ruoli che dovranno giocoforza essere rinnovati.
5) Un piccolo segreto: non strafate, non scandite le vostre giornate da pensionato con la ferocia con la quale gestivate le giornate di lavoro. A nulla siete obbligati se non a coltivare l’otium, inteso non come dolce far nulla, ma come fare tutto con la necessaria serenità dell’anima. la regola è non dover fare nulla per forza, ma , se lo dovete fare, con piacere.
6) Un altro segreto? Mens sana in corpore sano: alzarsi presto la mattina, non andare a letto troppo tardi, dieta adeguata, movimento coerente con lo stato di salute fisico, aria aperta, amici, giocare, parlare, narrare, progetti di vita anche associata con qualche ruolo. E chi più ne ha più ne metta.
7) Se percepite qualche disagio da pensione, condividetelo, con il partner, con i figli, con gli amici: vi insulteranno, vi farà bene.
8) Quanto più possibile odiate divani, poltrone e televisione. Se proprio li dovete frequentare, nella misura in cui siano complici dei vostri agi, non dei disagi.
Avevo detto il decalogo? Sì avevo detto decalogo. Ora mi devo preparare per ripartire con il lavoro post capodanno. Il pensionato, al momento sulla carta, si impegna a tornare da tutti voi quanto prima per completare il decalogo. Intanto mi comincerò a preparare, in primis pensando che il decalogo (al momento ottalogo) del pensionato non è poi così estraneo alla condizione dell’essere ancora in attività: in generale almeno una novità il 2023 me l’ha portata.