Quaranta anni fa veniva presentato il primo telefono cellulare che sarebbe stato poi diffuso commercialmente al mondo, il Motorola DynaTAC 8000X, dove DynaTAC stava per Dynamic Adaptive Total Area Coverage. Per anni, prima di quel traguardo, Motorola era stata all’avanguardia nelle comunicazioni portatili.

Nel 1930 avevano prodotto la prima autoradio di successo commerciale, che trasformarono nelle ricetrasmittenti che divennero lo standard per gli alleati durante la seconda guerra mondiale. Nel Dopoguerra avevano sviluppato cercapersone, autoradiotelefoni e radio transponder. Di conseguenza, nel 1969 fu la tecnologia Motorola a trasmettere le famose parole di Neil Armstrong dalla Luna. Tuttavia, nel 1968 era già stata fatta la svolta successiva.

Sulla base di “celle” che consentivano di riutilizzare le stesse frequenze radio contemporaneamente in altre aree, i team Motorola avevano iniziato a esaminare la possibilità di telefoni cellulari mobili. Nei successivi 15 anni furono stati investiti circa 100 milioni di dollari nella ricerca e nello sviluppo di questa tecnologia, che diede i suoi frutti.

Marty Cooper, un ingegnere senior di Motorola, fu considerato il vero padre di questa rivoluzione. In una intervista alla BBC, ammise di aver ritenuto che il costo iniziale dei dispositivi ne avrebbe frenato la diffusione, ma aggiunse anche che questa convinzione era associata a quella della riduzione progressiva dei costi e delle dimensioni.

Il DynaTAC 8000X pesava circa 785 grammi e misurava ben 300 x 44 x 89 millimetri. Vantava meno di un’ora di conversazione e otto ore in standby, quindi se lo volevi utilizzare 24 ore al giorno avresti dovuto ricaricare tre set di batterie al giorno.

Aveva solo un display a LED invece di un LCD, che stava appena iniziando a essere utilizzato negli orologi digitali dell’epoca. C’era un’antenna da 150 millimetri sporgente dalla parte superiore ed era però incredibilmente possibile salvare ben 30 numeri nella memoria del telefono.

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