
Abbiamo benedetto lo smart working, perché finalmente ci ha riportato alla dimensione della casa, protettiva, a ritmo lento, domestica in tutte le sfaccettature possibili, ideale per un rinascimento del lavoro, dal volto umano. Abbiamo sostituito parzialmente la foga dell’incontro, della riunione e del meeting.
Abbiamo quasi compreso che è sufficiente un contatto via web per risparmiarci chilometri e sfregi consumistici. Un sostegno ecologico, anche. E il viatico sembra una tendenza che si sta consolidando: stiamo educandoci alla logica, per lavoro, del contattato solo se essenziale. Tutto bello, finalmente un’accezione del lavoro che si riscopre umana. Poi…
Poi l’altro giorno casualmente un collega mi racconta un fatto, una cosa che non sapevo. Della mia organizzazione ho sempre saputo tutto: gossip, storie vere, di lavoro e non. Questa non la sapevo!
E allora mi ha assalito una strana preoccupazione. Fra tutte le intenzioni positive dello smart working, un aspetto importante dobbiamo monitorare, assicurandoci il modo di non perdere per strada un valore assoluto delle nostre organizzazioni: la cultura aziendale.

A me piace pensarla come un qualcosa di indeclinabile a priori. Non esiste un modo per volerla di un certo tipo. Si auto determina, svelandosi gradualmente nel tempo. Può anche non esserci, stante il fatto che determinate organizzazioni non ne hanno bisogno. Ma quando esiste, più è forte e impregna l’organizzazione, più è solida nel rappresentare i fattori di successo.
Non c’è una funzione in particolare dotata della capacità di assicurare l’esistenza della cultura aziendale. Esistono delle sensibilità nel percepirla, magari un po’ più spiccate nelle aree delle risorse umane. Una funzione facilitatrice. Nasce e si sviluppa anche dal basso: dal fattorino, dalla centralinista, dalla receptionist, dal semplice impiegato o operaio. Da fatti, situazioni, racconti, mitologie, più o meno corrispondenti a fatti veri o veritieri. Ma tutti gli aderenti all’organizzazione la riconoscono. In ogni caso, quando la cultura aziendale funziona, esistono meccanismi non scritti di coordinamento interno, più forti di ogni procedura organizzativa.
Le procedure accolgono chiunque arrivi novizio, la cultura aziendale, se compresa, lo allinea alla squadra. Quando la cultura aziendale funziona, l’azienda ha una e una sola modalità di relazionarsi con il mondo esterno, anche di fronte a episodi critici della storia aziendale. Cultura aziendale: mix potente di fiducia, equità, collaborazione, autonomia e responsabilità, che permea tutti i livelli.

Ora non mi dilungo, anche perché, come dicevo, la cultura aziendale si percepisce e non si descrive. C’è e la vivi, la senti, sei attore protagonista e utile comparsa. Se c’è e non la senti, o ancora peggio non c’è proprio, vorresti scappare, startene a letto tutte le mattine. Il conflitto e il caos, quelli sani, costruttivi, generatori di evoluzione organizzativa, ne sono un indicatore.
Ritornando alla percezione di smarrimento: lo Smart working migliorerà sicuramente la modalità del lavoro, ma rischia di far perdere le sane abitudini alla cultura d’azienda: la pausa caffè, la parola occasionale della tua guida spirituale, la battuta del tuo fattorino, il veicolatore delle informazioni “di cultura” tra persone e reparti.
Lezione da apprendere per manager: evitate di assopirvi sulle mode e, anche quando sono positive, non dimenticate per strada nulla che connoti al meglio l’organizzazione dell’azienda e il suo lato positivo. Non perdete di vista l’inesprimibile della vostra azienda, ciò che esiste, è bello e vi identifica.
Spendete una fetta del vostro lavoro per capire se e quale sia stata nel tempo questa cultura, se esiste ancora e come poterla portare avanti pur nell’innovazione organizzativa. Una luce accende ogni fase della vita aziendale, è il faro della cultura aziendale. Un consiglio e uno strumento? Riconoscetela e raccontatela con un giornale aziendale, non rimpiangerete il tempo dedicato a un foglio all’apparenza inutile e alla narrazione che veicola a tutti per il tramite di questo strumento. Neanche a dirlo, noi di Eoo lo sappiamo fare.