
Dammi un bacio.
Ovvero, quando e da quanto il bacio è diventato espressione di amorosi sensi o di altri diversi (filiare, di amicizia, di cerimonia, di tradimento)?
Vi faccio ridere e vi racconto che nella mia piccola città emiliana (Reggio Emilia), non fino a tanto tempo fa per l’infanzia si parlava del “biasso”. Cos’era il “biasso”? Una masticazione di cibo preventiva della mamma, che attraverso un simil bacio passava il cibo all’infante. La mia fantasia, supportata da qualche autorevole fonte, immagina che il bacio nella preistoria avesse questo nobile precedente. Peraltro, ad essere etimologicamente sensibili, tra “biasso” e bacio c’è assonanza.
Ma cos’è il bacio? Uno dei sommi beni dell’umanità, che abbiamo e stiamo rischiando di perdere, in via di estinzione causa pandemia, ma forse anche per colpa dell’abbassamento della temperatura delle emozioni. Nessuno che stia facendo caso al fatto che la disaffezioneal bacio, necessitata o meno che sia, ci fa perdere la parte più importante della nostra cifra comunicativa. La porta delle relazioni, soprattuto amorose.
Quale il primo atto d’amore che il nascituro riceve, per alleviare la perdita del luogo più sicuro del mondo, la pancia della mamma? Un bacio.

Anche la scienza è dalla parte del bacio, sostenendo che chimicamente scateni la fiducia attraverso l’ossitocina, l’allegria con le endorfine e la diminuzione dello stress tramite l’abbassamento del livello di cortisolo: tutto in un bacio! E più questo è appassionato, più i vasi sanguigni pompano sangue, al cervello e al cuore.
Non dimentichiamo il testosterone, benedetto sia per la riproduzione e la continuità del genere umano, che per la reiterazione del gesto sessuale. Ah, emozione e agitazione indescrivibile di un bacio! Anche le scimmie ne apprezzano la pratica (i bonobo), con prestazioni da 12 minuti.
Ora la pandemia attenta al bacio, ma Eoo lancia la campagna di salvaguardia del bacio. Più baci, meno distanza.
Fino a questo momento abbiamo reso onore al più noto dei baci, quello d’amore, ma il bacio estende il suo codice comunicativo anche ad altre situazioni e relazioni: la sottomissione del bacio dei piedi (lo fa anche il Papa), il gesto di rispetto (il baciamano), il saluto di parenti e amici, il bacio di accettazione in circoli riservati, accademici o mafiosi che siano. Il bacio di tradimento, Giuda, la passione al negativo.
La celebrazione del bacio ha investito l’arte e la fotografia, nella ricerca espressiva di quanto possa essere rappresentativo di pienezza sentimentale e di emozioni. Come dimenticare il bacio tra Breznev e Honecker, fa quasi impressione tanto appassionatamente iconico ed espressivo della forza del loro comunismo!
Il bacio negli affreschi di Pompei, nei quadri, Polifemo e Galatea, Venere e Cupido, Francesco Hayez; le statue, Canova, Amore e Psiche, Rodin; ancora quadri, Klimt ed i vari baci di Giuda, Paolo e Francesca, gli amanti più famosi della storia.

I baci nella poesia dannunziana. Il bacio nel cinema, prodromico di gesta erotiche lasciate all’immaginazione. Chi non ricorda Via col vento Clark, con Gable e Vivian Leigh. Se non lo avete mai visto, cercate le immagini del bacio di Rodolfo Valentino a Vilma Bankey.
Da ultimo il Bacio Perugina, la parentesi dolce tra le parole Ti e Amo. Spero abbiate colto, nella mia sponsorizzazione partecipata, l’interesse a che la perpetuazione del bacio non sia uccisa dalla perdita delle vostre emozioni, o ancora di più da un virus. Per questo fate prevalere il cuore all’insensata violenza, o irragionevole resistenza: se una possibilità abbiamo per salvare il bacio e questo passa da un vaccino, non perdiamola. Un bacio può salvare il pianeta.