Il turismo di lusso sta ripartendo dopo il crollo dovuto al Covid e “ha un potenziale di crescita da 170 a 520 miliardi di euro da qui al 2030-2035”.

È il messaggio ottimista lanciato durante la presentazione dello studio Eccia-High-End Tourism, l’associazione di cui fanno parte sei associazioni europee e oltre 600 marchi di prima fila nel settore che si fa portavoce con le istituzioni europee delle peculiarità ed esigenze di questa nicchia.

“L’Europa è la prima destinazione turistica al mondo e il turismo è un comparto strategico per l’economia europea ma esiste un grande potenziale ancora inespresso nel segmento di alta gamma: pur rappresentando solo il 2% del totale, la fascia alta vale circa 130-170 miliardi e genera il 22 per cento della spesa turistica complessiva, grazie al forte effetto moltiplicatore” spiega l’imprenditore attivo nel settore vinicolo, Matteo Lunelli, presidente sia di Altagamma che di Eccia.

Questo tipo di viaggiatore “spende 8 volte più della media e produce notevoli impatti indiretti sul territorio. Un piano per lo sviluppo di questo tipo di turismo in Europa potrebbe portare a una crescita di valore del settore fino a 520 miliardi. Lo studio Eccia fotografa questi dati e indica alcune possibili leve di sviluppo”.

Lunelli ha detto di avere fatto presente al governo italiano che “conviene puntare a un riposizionamento verso l’alto del turismo perché ha un maggiore effetto moltiplicatore sulla crescita dell’economia”.

Nella graduatoria dei Paesi più visitati in Europa da questi turisti con notevoli disponibilità economiche, che possono essere fatti coincidere con chi può pemettersi di alloggiare in 5 stelle, l’Italia, sostiene Lunelli, è al di sotto delle sue potenzialità: “Potrebbe fare molto di più in termini percentuali considerando che il Portogallo, Paese con tante attrattive ma non paragonabili alle nostre, ha il sei – sette per cento di alberghi a 5 stelle ed è molto più attivo nell’attrarre turisti di alta gamma”.

E aggiunge che la stessa Grecia con le sue isole, Mykonos in particolare, seduce molto di più questi viaggiatori rispetto alle isole italiane.

Un plotone di turisti dal portafoglio gonfio e lo stile sofisticato che può essere attratto anche da altri prodotti made in Italy. Si pensi all’alta moda, con i grandi stilisti nati nel Belpaese o le scarpe finemente prodotte da aziende che ancora credono nel valore del “fatto a mano”.

L’Italia ha un potenziale infinito. Sprecarlo è un grande peccato.

2 thoughts on “In Europa c’è voglia di lusso”

  1. “conviene puntare a un riposizionamento verso l’alto del turismo perché ha un maggiore effetto moltiplicatore sulla crescita dell’economia” sicuramente una frase imparziale da parte di chi gestisce un organizzazione votata al luxury.

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