Celebro le donne, lasciando la politica e la stizza ai campioni di ignoranza.

Viva le donne, che al pari degli uomini esaltano l’intelligenza. Viva il giudizio, trasparente e a priori, sulle persone, il loro essere, la loro intelligenza. Non scalfito dalle scelte che i soggetti fanno, politiche, culturali, religiose, sociali, e chi più ne ha più ne metta. Siamo capaci di cogliere l’intelligenza e la libertà di pensiero? Proviamo?  Abbasso il pregiudizio che fa del male? Bene, proviamo ad entrare nel terreno dell’oggetto del giudizio. 

Ci sono alcuni argomenti che a volte sono tabù per un giudizio libero, come ritengo in generale debba essere, ma poco importa. Mi ritengo prima di tutto libero pensatore, quasi al limite dell’anarchia. 

Fate e pensate quello che volete e non rompetemi le scatole con giudizi a priori. Io sono libero, mi arrogo il diritto di spendere una parola libera sulla possibile Prima Ministra, e su chi sta spendendo le proprie parole su di lei mediante l’uso del pregiudizio. Come?

Viva le donne che arrivano, nonostante il fardello che si portano appresso e che spesso e volentieri le vincola.

Cominciamo già a lamentarci? Provo a sdoganare il mio pensiero da qualche brontolio?

Manco ce ne fosse bisogno, un esempio di come interpreto il libero pensiero: sono stato a votare su argomenti come l’aborto, che per tempo, contesto e mia educazione cattolica, erano molto difficili da valutare. Ebbene io ho votato a favore dell’aborto, contrario di pensiero, ma al tempo stesso favorevole a non interferire con le scelte di principio, anche se diverse dalle mia. Perché in primis è la libertà, in particolare riferita a temi di principio, che non deve avere vincoli. 

L’esito delle elezioni ha probabilmente consegnato alla storia quella che sarà la prima Presidentessa (rigorosamente) del Consiglio in Italia. E registro questo come un punto di arrivo importante, ricordando le lotte per l’affermazione delle donne nella società civile. Sempre per evitare fraintendimenti, mi limito alla cronaca di questi giorni. La Presidentessa in pectore non si è presentata dicendo tolgo diritti di qua (ha espressamente detto “non toccherò la 194”), tolgo diritti là (situazioni varie di genere o di stato). Per non essere accusato di celebrare la vittoria della destra e per capire la mia compagnia vi invito a riascoltare su Rai Play la registrazione trasmissione mattutina “Radio Anch’io” del 30 settembre. 

In particolare mi schiaccio sulle posizioni di due giornaliste note e non sicuramente in odore di Melonicelebranza, Lucia “Lucetta” Scaraffia, tra le altre moglie di Ernesto Galli della Loggia, e Jennifer Guerra, molto attenta alle tematiche femministe. Entrambe accoratamente sulla posizione corretta: un inizio sicuramente promettente, perché donna forse Primo Ministro, perché non contro nessuna delle istanze femministe e di genere, quelle importanti, di principio.

Promettente! È la prima volta che dal coro si stacca il libero pensiero contro l’oscurantismo. Dite che questo paese peggiora? Per me questo è un segnale di guarigione. 

Aggiungo infine che la storia personale della forse presidentessa (cresciuta in un contesto di femminile in quanto abbandonata dal padre in giovane età, non sposata ma accompagnata) e il suo garbo nelle dichiarazioni iniziali sembra sia piaciuto anche al libero pensiero e alle persone intelligenti.

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