Assunto. Fumare è un gesto coraggioso. L’editore, un non fumatore che si spende in campagne virtuose a favore dei valori forti del momento, salute e sostenibilità in primis, mi caccerà. 

Riparto, fumare è un gesto coraggioso. Tra i tanti vizi che nascondono meglio la pericolosità per la vita, il fumo va direttamente giù ai polmoni, ad innescare la chimica del male incurabile. Senza se e senza ma. Se quando nasci sai già come finirà, una sentenza, nella classifica delle sentenze scritte il fumo è al secondo posto. Fumando arriverai all’innominabile punto quasi certamente. Fumare mi ricorda gli arditi dei tempi della prima guerra mondiale. Erano quelli che uscivano per primi dalle trincee per lanciarsi verso quelle nemiche, sapendo di un sacrificio quasi certo. Ma niente, in tanti sceglievano questa parte, per un recondito ed indescrivibile piacere di coraggio. 

Fumare è scegliere questa parte. In cambio di cosa? Cinque minuti, moltiplicato enne volte in un giorno, di, nell’ordine: goduria estrema, rilassamento totale, calma, mente libera di volare a piacere. 

Pochi valori come il coraggio danno costrutto alla solidità umana e all’esperianza della vita. E se mettessimo in tante azioni della nostra quotidianità il coraggio del fumatore, l’ottimismo che decanto spesso avrebbe un alleato di spessore per tanti obiettivi. Sì, fumare fa male etc etc, ma… eppur si fuma. Perché qualcuno sostiene che la nicotina migliora le capacità di apprendimento, di memoria, di sostegno alle fatiche del lavoro. E dopo tanta fatica, dopo le tante fatiche che mettiamo insieme nella nostra vita, la sigaretta…wow! Aggiungo, le sue posture: se fumi da ragazzo diventi grande prima, con un tono che solo la sigaretta riesce ad amplificare.

Bene, nella mia esperienza di fumatore non ricordo nulla che mi sia piaciuto così tanto come fumare una sigaretta. Un gesto, rifugio valido per tante situazioni, paura, timidezza, relax, riposo, riflessione, studio, lavoro. Bene, come sono uso dire, dopo questa bella tirata, al punto: sono un ex fumatore, che ha perso il coraggio di questo gesto, come il coraggio di tanti gesti. Mi manca tanto, maledetta sigaretta. Tanti mi guardano come colui, in buona compagnia, che eroicamente ha smesso. Gesto coraggioso? Sì, ma non comparabile con il coraggio di continuare. 

Ancora di più se ripenso alle parole del mio amico Angelo, sempre fumatore, che vede i miei sforzi fisici che hanno sostituito il fumo e mi ripete spesso: pensa se un giorno, mentre frulli le pedalate per strada, ti investono. Mi toccherà venire al tuo funerale con la sigaretta in bocca, consapevole del fatto che hai smesso di fumare, ma nel tuo intimo ogni volta che vedevi uno con la sigaretta in bocca soffrivi. E soffro. Ma non ditelo a nessuno. Nel mio intimo penso che non sia ancora finita. 

Philip Morris, due soldini per questa campagna mi arrivano? 

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