
Vigevano val bene una gita. Se non fosse per quello che vi dirò fra poco, a Vigevano non avrei proprio saputo cosa andarci a fare.
Ora è a tutti noto che… no non è proprio noto a tutti. Allora rendiamolo un po’ più noto: Eoo ha un editore che ha, fra tanti interessi, quello imprenditoriale per la calzatura, per alcuni versi legato al nome di Andrea Pfister, uno dei motori storici del museo. Ciò stante, combinato a una curiosità sempre fresca ed attiva, ecco che viene fuori Vigevano. Come? Una guida in un supermercato che consiglia gite e luoghi. Fra queste ecco: il Museo Internazionale della Calzatura.
Una visita al sito e la semplice curiosità diventa interesse. Atteso che il 50% del genere umano adulto, in Italia, più o meno potrebbe essere femminile, è ragione sufficiente perché abbia un senso consigliare la visita al museo. Donna, moda, accessorio, scarpa, vanità, interesse per un oggetto che è anche la storia stessa della vanità.
Una visita al sito, dicevo. Bello, ben curato, come si addice ad un simbolo. Un sito vanitoso, elegante, invitante.

La storia del museo: Paolo Bertolini, industriale, collezionista di scarpe, donò la sua collezione ponendo come condizione una location all’altezza. E così fu: il Castello Sforzesco di Vigevano, attuale sede del MIC, Museo Internazionale della Calzatura (un po’ più d’impatto che “scarpa”). La sua attuale organizzazione è dovuta a diverse vicissitudini che ebbero una svolta nel 2004: Armando Pollini e Andrea Pfister (con il suo socio Duprè), entrambi designer, con la loro “internazionalità” contribuirono a dare un respiro internazionale al museo.
E attraverso un coinvolgimento di amicizie personali, arricchirono le dotazioni del museo, dando il dinamismo necessario per la sempre più frequente realizzazione di mostre a tema calzatura. È del 2004, appunto, la prima grande mostra “Andrea Pfister”. Il resto è la significativa attualità di questa chicca vanitosa, il bel museo appunto.
In estrema sintesi e rinviando alla visita del sito prima, del museo poi, esso è diposto in sezioni: la prima da visitare è la stanza della Duchessa, segue la sezione storica, poi Stilisti e Designer, infine Etnica. Tutto nel solco della calzatura: personaggi famosi, aziende storiche, Bottiers parigini, una sezione Tacco a Spillo. Un museo intero per dare un risalto artistico alla calzatura, al suo fenomeno storico, etnico e di costume. In conclusione, un inno allo stile e alla femminilità.
Lasciatevi invitare.
Carrie Bradshaw and Co. apprezzerebbero decisamente ed io con loro.
Credo proprio che ci farò un salto!