La possibilità di somministrare vaccini e farmaci salvavita non più tramite aghi e siringhe, ma semplicemente attraverso nuovi approcci ad aria compressa potrebbe essere presto una reale opzione.

A compiere un passo significativo verso questa direzione gli scienziati dell’Università del Texas a Dallas, che hanno presentato i risultati del loro lavoro durante l’incontro primaverile dell’American Chemical Society (ACS). Il team, guidato da Jeremiah Gassensmith e Yalini Wijesundara, ha sviluppato MOF-Jet, un sistema innovativo per somministrare vaccini in polvere attraverso la compressione di gas.

Questo metodo, sostengono gli autori, non richiede la refrigerazione dei farmaci e non necessita l’inoculazione delle sostanze attraverso siringhe. “MOF-Jet – sostiene Gassensmith – potrebbe facilmente fornire terapie contro il cancro e altre malattie in modo relativamente indolore”. Il gruppo di ricerca ha preso spunto dagli iniettori a getto risalenti agli anni ’60, che utilizzavano gas compresso per trasmettere un flusso ristretto di fluidi.

La tecnologia è stata adattata per trasportare solidi attraverso strutture metallo-organiche, o MOF. Questi supporti porosi e cristallini agiscono come gabbie molecolari per incapsulare un’ampia varietà di materiali, inclusi acidi nucleici e proteine. “Il nostro approccio – osserva Wijesundara – permette di conservare le formulazioni di vaccini sotto forma di polveri, che non necessitano quindi il mantenimento di catene del freddo e temperature estreme”.

I “proiettili” del dispositivo sono stati iniettati all’interno di cellule di cipolla e in un modello murino. Gli esperti precisano poi che il rilascio del carico può essere regolato semplicemente variando il gas di trasporto dell’iniettore.

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