
Stamattina mi sono svegliato bene. Ho il covid, fortunatamente una forma leggera. Ho mal di schiena, ho dormito segregato in un letto non mio, appena riprendo possesso del mio materasso passerà. Stomaco ingarbugliato: i medicinali, si sa, creano confusione.
Eppure il tarlo che mi gira per la testa questa mattina è ottimismo, la parola “ottimismo”. Ho cominciato la giornata con la lettura dell’inserto domenicale del Sole 24 ore. La recensione di un libro, di Telmo Pievani: “La natura è più grande di noi”.
Non voglio parlare di questo, ma dell’assunto: uomo, per quanto tu ti sbatta a fare, la natura, che esiste da più tempo di te, prevarrà sempre. È più grande di te, può fare a meno di te. Ma niente da fare, non ha scalfito il mio desiderio di ottimismo.
Anzi: è cresciuta la voglia di essere dalla parte dell’uomo: tutto vero, nell’articolo siamo definiti come i bambini del creato, rispetto alla grandezza della natura. Ma signori, con il poco tempo che abbiamo avuto a disposizione che cosa abbiamo fatto! Aprite gli occhi con ottimismo e date uno sguardo: vero la natura un’opera d’arte, ma noi, che architetti! Da qui l’ottimismo. Voglia di ottimismo, di guardare le cose, di giudicare il corso degli eventi, la realtà nel suo lato migliore, Non troviamo gli spunti? Anche a costo di illudersi. Una visione ottimistica e un pensiero, al giorno, da trasferire a qualcuno vicino, perché proviamo a vedere se è vero il detto del battito d’ali della farfalla di qua e il tifone di là dal mondo.
Certo, l’ottimismo avrebbe una propagazione migliore al netto di cattivi e stupidi, ma la speranza della campagna dell’ottimismo è che l’ottimismo dell’ottimista miri a correggere lo stupido ed a enucleare il cattivo. Senza nessuna azione cruenta, con un naturale espulsione dei corpi estranei.
Noi, genere umano, siamo diventati i bravi bambini della natura e ci siamo meritati il diritto di essere uomini (e donne). In senso opposto, il bambino stupido e cattivo che stiamo allevando con la nostra vacuità venga buttato nel pattume.
Come? Ottimismo, un pensiero positivo, un sogno, la sua trasmissione al vicino di banco come una catena di Sant’Antonio. Nella giornata nazionale dell’ottimismo questa è la campagna, questo è lo scopo: concentrarsi sull’ottimismo. Proviamo a esorcizzare i professionisti del pensiero contrario all’ottimismo, quelli che ci intossicano di pensieri negativi. Come? Basta pensare di avere un telecomando in mano: quando un fesso ci intossica, lo spegniamo, cambiamo canale.