
“Trovo molto bello e coraggioso che, nel mondo attuale spesso segnato dall’individualismo, dall’indifferenza e anche dall’emarginazione delle persone più vulnerabili, alcuni imprenditori e dirigenti d’impresa abbiano a cuore il servizio di tutti e non solo di interessi privati o di circoli ristretti. Non dubito che questo rappresenti per voi una sfida”. Queste le parole di Papa Francesco, pronunciate durante un incontro con un gruppo di imprenditori francesi.
“La ricerca del bene comune è per voi un motivo di preoccupazione, un ideale, nel quadro delle vostre responsabilità professionali – ha spiegato il Pontefice – Il bene comune è dunque certamente un elemento determinante del vostro discernimento e delle vostre scelte di dirigenti, ma deve fare i conti con gli obblighi imposti dai sistemi economici e finanziari attualmente in atto, che spesso si prendono gioco dei principi evangelici della giustizia sociale e della carità. E immagino che, a volte, il vostro incarico vi pesi, che la vostra coscienza entri in conflitto quando l’ideale di giustizia e di bene comune che voi immaginereste di raggiungere non ha potuto realizzarsi, e che la dura realtà si presenti a voi come una mancanza, uno scacco, un rimorso, uno choc”.

“Voi siete invitati a mettere in atto la sussidiarietà con la quale si valorizza l’autonomia e la capacità di iniziativa di tutti, specialmente degli ultimi. Tutte le parti di un corpo sono necessarie e quelle parti che potrebbero sembrare più deboli e meno importanti, in realtà sono le più necessarie. Così, il dirigente cristiano è chiamato a considerare con attenzione il posto assegnato a tutte le persone della sua azienda, comprese quelle le cui mansioni potrebbero sembrare di minore importanza, perché ciascuno è importante agli occhi di Dio”.
Anche se “l’esercizio dell’autorità richiede di prendere decisioni coraggiose e a volte in prima persona – ha concluso Bergoglio – la sussidiarietà permette a ciascuno di dare il meglio di sé, di sentirsi partecipe, di portare la propria parte di responsabilità e di contribuire così al bene dell’insieme. Mi rendo conto di quanto il Vangelo possa essere esigente e difficile da attuare in un mondo professionale competitivo e concorrenziale”.