La vita senza sport è privazione. Ovvero, o decidiamo di fregarcene bellamente e, bacco tabacco e venere , tutto al top, in attesa dello schianto di cuore, oppure l’alternativa è lo sport.

In mezzo ci sta una vita di miserie e privazione, pochi grammi di tutto ciò che piace e abbondanza di ciò che non interessa. Abbondanza, ovviamente, un eufemismo da dietologi. In sintesi la famigerata e ricorrente dieta! Scegliere Please.

Sto dalla parte della dieta: niente cene, niente amici, o se sì, siete il terrore dei ristoratori che vi riservano un tavolo per servirvi pane e acqua, e rinunciano magari a un avventore più lussurioso. Imprecando al vostro indirizzo. Una schizofrenia che oscilla tra periodi di svacco e periodi di clausura. Il nostro cervello è in anoressia produttiva di ormone della felicità.

Che poi, come la quaresima, ogni privazione è trasversale. Da quella alimentare a quella suina. Siete monaci. E quando siete nella fase dello svacco vi sentite talmente in colpa che ogni cosa è malvissuta, in attesa della espiazione. Siete sempre in punizione. Tristezza!

Oppure, lo sport. Certo non professionale. Se siete sportivi professionisti di qualche sport mescolate il peggio del peggio: sport e dieta: privazione totale. Dicevo sport amatoriale, corsa, bici, sci, alpinismo, fondo, all’aria aperta. Astenersi amanti della palestra, sport di plastica. Figli del sole del cielo, delle stelle e della endorfina, felici e drogati di sport. E soprattutto nella misura desiderata. Perché ogni grammo di peso perso durante l’attività sportiva, deve essere reintegrato con altrettante riserve di cibo, e anche vino.

Il ristoratore, o chi vi alimenta, vi accoglierà e sarà soddisfazione per entrambi. Certo esagerare è sempre sbagliato. Ma il senso del limite e del piacere viene da sé, direttamente proporzionale al quantum possibile di sport che servirà per assorbire gli eccessi alimentari. Al grammo.

Quindi? Qualcuno vi ha insegnato che per una malinterpetata condotta di vita, bisogna sentirsi sempre colpevoli di qualcosa. Non noi, che vi insegniamo come la colpa sia un concetto da escludere in questa misera vita, in particolar modo quando l’eccesso è riferito alla cucina o alle pratiche amorose.

Senza perdere di vista la possibile espiazione, che deve passare attraverso la sana pratica sportiva. O no?

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