Per i fatti della politica, siano essi domestici o internazionali, Eoo normalmente cerca di non prendere posizioni. Troppo diverso il nostro stile di vita per cadere nelle trappole e nei dualismi dei fatti politici. Noi siamo per non essere contro.

Ma rispetto a questi fatti che andrò a raccontare non ci si può non indignare.

Prendiamo una cestista famosa, di livello internazionale, americana che decide di giocare in Russia. Poco ha a che vedere la guerra russo/ucraina con la storia che è a tutti nota. Questa atleta, prima di imbarcarsi su un aereo, decide di mettersi nella borsa della marijuana. E via, si accinge a passare i controlli in Russia, un paese non troppo tenero con questo tipo di comportamenti. Morale: beccata, condanna a 9 anni di carcere. Noi possiamo indignarci fin che vogliamo, fare le marce e proteste, definendo eccessivo il sistema penale russo, ma purtroppo a casa loro decidono loro, anche se non siamo d’accordo.

Hanno diritto, sbagliato o ingiusto che sia, a trattenere in carcere la famosa giocatrice di basket. Esce di tutto durante questi mesi: il matrimonio omosessuale, la tolleranza nei confronti delle droghe leggere, il “nonno” Biden che promette di fare di tutto per liberare uno dei tanti emblemi dell’Occidente dall’orso assassino. Indignazione, giusta. I valori buoni dell’Occidente, anche se superficiali, contro un sistema, quello russo, già di suo oppressivo all’interno, che con l’affaire Ucraina diventa anche esportatore di morte. 

Fino a qui tutti solidali. Poi la bella notizia! La liberiamo, un baratto: per la liberazione della cestista i russi ottengono la liberazione di un noto mercante d’armi, di morte. Fossi padre o madre di un figlio morto grazie ai commerci di questo signore, mi indignerei nei confronti di questo assassino che torna in libertà. Prima poi che gli stessi si indignino contro di lei, fossi l’atleta, che in forza della sua colpevole presunzione ha ritenuto di abusare della sua spocchia di impunità ed impermeabilità a tutti i diritti penali del mondo, mi sentirei colpevole della liberazione di un assassino. E con sussulto di umiltà dichiarerei il mio pentimento per una leggerezza imperdonabile, chiedendo scusa alle vittime.

Amen. 

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