
In questa giornata uggiosa mi viene quasi bene pensare a ciò di cui vi parlerò. Lo faccio in primis volentieri per un amico, Renzo Lusetti. Il presidente della holding di riferimento, anche per noi di Eoo.
Prima un breve aneddoto: tempo fa, Roma, visitai la camera dei deputati con alcuni amici. All’ingresso alcuni commessi riconobbero il nostro parlare emiliano e ci chiesero conferma della nostra emilianità. Seguì una sorta di dichiarazione d’amore dei commessi a Renzo Lusetti, allora deputato, definito persona oltre le righe.. Un’autentica esaltazione dell’uomo: una gran persona.
Già, Renzo Lusetti: divenne – credo il più giovane in Italia – deputato a soli 28 anni. E venne scelto da Ciriaco de Mita, che a 94 anni è morto il 26 maggio scorso, ancora sindaco della sua Nusco irpina. Una delle più rappresentative espressioni della Democrazia Cristiana. Non sarà questa la volta in cui Eoo comincerà a parlare di politica, ma di De Mita sì. Anticipavo prima che ne parlerò perché a de Mita era molto legato Renzo.

Una bella intervista, che riportiamo integralmente, certifica il legame umano e politico che legò Lusetti a De Mita. Ma ne parlerò anche perché per me la morte di Ciriaco De Mita chiude definitivamente la parabola politica. Seppellendola per sempre. 1970-’80, in quegli anni – in estrema e non colta sintesi storica – la Democrazia Cristiana alimenta il senso rivoluzionario di tanti giovani come me, sia a destra che a sinistra: contrari a tutto ciò che il grande centro della DC perpetuava nei fatti. Nulla doveva cambiare – soprattutto in ambito giovanile – per agire narcoticamente un controllo totale della società civile italiana.
Dalla mia sintetica ricostruzione escludo con forza le schegge giovanili violente o deviate di allora, voci fuori campo rispetto al sano dibattito. Faccio riferimento a una stagione di grandi dibattiti, scontri di ideali giovanili, tutto ciò che ha consentito la crescita intellettuale mia e di tantissimi giovani. Quel tempo ci ha temprati ed istruiti al dibattito delle idee rivoluzionarie, quelle che servivano per cambiare in meglio la società civile.
La DC era maledetta per ogni giovane, ma rimpiango gli stimoli della sua profondità politica. Profondità politica che ha alimentato quella dei suoi giovani oppositori di allora. Tra cui il sottoscritto. La DC ebbe un ruolo forte di socratica maieutica, intesa come l’arte di far emergere la verità dalle persone, anche nemiche, attraverso il dialogo, l’ascolto empatico e le domande. In questo ruolo generale della DC lo specifico di Ciriaco de Mita: n politico a tutto tondo.

Mediterraneo di cultura politica, il suo pensiero era sviluppato nel ricordo dell’arte politica esercitata in Grecia, filosoficamente ben descritta da Platone e Aristotele. Ogni discorso di De Mita era intriso di cultura politica, dotta e stimolante. Mai oltre le righe. Conseguenza di questa caratteristica, anche la particolare attenzione e lo sviluppo della gioventù democristiana, tra cui Renzo Lusetti. De Mita ha sempre dato di sé un’idea più culturale e meno deviata rispetto ad altri democristiani di allora.
La cosa non sfuggì nemmeno a Gianni Agnelli, il quale ne apprezzava il temperamento definendolo un tipico intellettuale della Magna Grecia, ceduto alla politica. Un bel pensiero che riporto ne riassumeva questo tratto con sintesi efficace “chi pensa ha memoria, chi non lo fa improvvisa”.
È stato premiato, rispetto a tanti politici di allora, morendo a cavallo, da politico, sindaco nel suo paese da cui era partito. E lasciando in attività una sua creatura politica, il Presidente Mattarella, da lui scelto ai tempi per depurare la DC siciliana dalle stagioni del malaffare, anche mafioso.
A titolo personale, seppur da avversario di allora lo premio, celebrando l’animale politico che è stato fino all’ultimo giorno, lasciando dopo di sé un panorama totalmente assente di politici, semmai più ricco di animali: un bello zoo fatto di tanti improvvisatori, per usare le sue parole, senza memoria.