5 bypass – neanche sapevo fosse possibile.
5 ponti costruiti per aggirare i restringimenti coronarici attorno al cuore di papà.
Il suo sterno la val di Susa e le placche di colesterolo tanti piccoli No TAV incappucciati e armati di bombe carta. Li immagino, durante un loro presidio-spaghettata al lume d’ignoranza a San Didero, mentre con il favore delle tenebre il capo cantiere decide di deviare la costruzione del collegamento. L’indomani il rombo dell’alta velocità come il canto di un gallo.
Rianimazione, convalescenza, riabilitazione. Così l’uomo, così la terra – suona quasi biblico. 
40 anni per uscire dall’Egitto: tempistiche indecenti anche per un Regionale Trenord.


5 bypass – le dita di una mano.
Più le osservo, più mi sembra di sentire il flusso sanguigno, i tendini, le ossa. Mi si attorciglia lo stomaco, devo distogliere lo sguardo. Perché contiamo sulle dita di una mano ciò che diciamo essere poco? A me ora il numero 5 sembra tendere all’infinito. Che poi in effetti è tutto arbitrario, l’1 dista dallo 0 lo stesso spazio infinito che intercorre tra 0 e 100. Dove sta il senso dei numeri? Dove sta l’utilità di questo inganno? 
Per me nella rassicurazione di sapere che vengono svolti 6 interventi al giorno all’interno del reparto e che ciò che per me è stata una notizia, un momento, un vissuto tragico, per loro è una pagina di Excel in cui riordinare le celle.


5 bypass – 5, come il Boro sulla tavola periodica.
Quello che nei fuochi d’artificio dà il colore verde.
Un buon uso della polvere pirica – siamo in Cina, tra l’800 e il 1000. Neanche 100 anni dopo iniziarono a comparire le prime lance di fuoco ed i primi cannoni. “Neanche”, continuo ad ingannarmi.

  
5 bypass – come avere il Telepass.
Basta code al casello, basta grandinate bronzee al momento del resto, basta “grazie e arrivederci” robotici ai quali si risponde con un sonoro, tutto italiano e meritato “……”. Meritato anche perché, se non accetti ramini, come puoi averne da restituire come resto? Da dove vengono? Chi li porta?


5 bypass – ve lo dico oggi che è il 29 Settembre, Giornata mondiale per il cuore.
Che siate capocantieri, ribelli, matematici, medici, chimici, militari o l’infame che carica tonnellate di centesimi appiattiti dal tempo nei caselli autostradali, avete un cuore, vero, pulsante.
Ve lo dico per informare, sensibilizzare e perché no, sfogarmi.
Ve lo dico perché se queste parole dovessero raggiungere anche solo 5 persone, il mio 5 tornerebbe ad avere un aspetto normale. 
Ridimensionare una percezione, lavorare ad un livello metacognitivo. 
Beh, possiamo stare tranquilli, questo è il mio lavoro, e lo faccio 6 volte al giorno.

Di Antonio Floriani

2 thoughts on “Apofenia del numero 5”

  1. sbalorditivo, stupefacente, da “pelle d’oca”……
    non mi vengono altre parole, ma credo di aver espresso chiaramente la mia opinione nei confronti di Antonio.
    chapeau!

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